Era rimasta a bocca aperta… ancora non credeva a cosa c’era scritto nella finestrella del suo programma d’Istant Messagging… una piccola e semplice frase, ma nella sua semplicità era una porta aperta su un nuovo mondo.
Doveva rileggerla:
-“Runos: vuoi davvero che c’incontriamo? Non è un problema. Posso essere a San Marino domani sera…".
Le sue mani corsero istintivamente alla tastiera, una delle dita verso la “S”, ma poi esitò…
Trovò le parole che credeva più adatte: -“Chantrea: la cosa mi spaventa un po’… e se poi tutta la magia finisce? Insomma, io sono una strega, credo nell’occulto e nel sovrannaturale, ma non è certo come nei film. Potremmo rimanere delusi l’uno dell’altro, la realtà potrebbe non reggere il confronto con la fantasia”.
Cosa le avrebbe risposto? Chantrea rimase sulle spine nell’attesa.
La famigliare esclamazione di ICQ annunciò l’arrivo di una risposta, riportandola alla realtà.
-“Runos: non credo che resterò mai deluso da te! J
Mi sei troppo simpatica… Allora? Vuoi far entrare un po’ di oscurità nella tua vita? Piazza principale di San Marino al tramonto?".
Chantrea non esitò ulteriormente: -“Chantrea: Si…".
Questo accadeva 24 ore fa… ora Chantrea è seduta su una panchina, sotto il monumento della piazza, ma potrebbe avere il sedere su un cespuglio di rovi per quanto è agitata. Si è messa un vestito nero, come piace a lei, il suo collare borchiato e l’adorato pentacolo al collo, dei sobri orecchini, scarpe comode e una borsetta piccola. Spera di non aver esagerato col trucco.
Nella piazza ci sono poche altre persone: un paio di famiglie di turisti, qualche viandante; il grosso dei frequentatori a quell’ora sta cenando a casa o in qualche ristorante.
Il sole è calato 30 minuti prima, il cielo si sta scurendo rapidamente, i lampioni della piazza cominciano ad accendersi in quel momento.
-“Uffa! Ma quanto ci tieni?!” l’ansia la sta uccidendo.
Ma ecco… c’è un cambiamento… un piccolo brivido le percorre la schiena e le viene la pelle d’oca per un breve istante. E’ una strega, e come tale ha uno spiccato senso del magico e del sovrannaturale; Runos non è lontano.
Si guarda attorno speranzosa, ma non nota nessuno in particolare.
-“Ma dove sei?".
Si drizza in piedi per meglio spaziare con la vista, ed ecco che nota due persone che salgono la strada che dal basso porta nella piazza. Nota che uno dei due, il più alto, guarda nella sua direzione, poi sembra dire qualcosa all’altro che si congeda da lui, tornandosene da dove era venuto.
L’uomo riporta l’attenzione verso di lei, li separano un centinaio di metri e Chantrea lo studia, mentre lui fa altrettanto mentre le si fa incontro passeggiando con calma. Sembra diverso, non può essere lui… non assomiglia moltissimo alle foto che le ha mandato. Lui indossa un completo nero leggiero, con un cappotto a falde larghe, porta un paio di occhialetti scuri, tondi ma leggermente ovalizzati in orizzontale. Non ha i capelli corti come nelle foto, ma rasati ai fianchi del capo e lunghi sopra, ben pettinati… La sua pelle è bianca, ma non così chiara come si sarebbe aspettata.
Lei è titubante, lui invece avanza con passo sicuro.
L’uomo si ferma innanzi a lei, si aggiusta gli occhialetti sul naso:
-“Ciao Chantrea! Lo so, sono un po’ diverso dalle fotografie. Non penserai davvero che metta il mio vero viso in internet?! Tanto meno su un forum?!” la sua voce è calda, avvolgente.
Le sorride e Chantrea lo trova affascinante, ha un modo di farlo che non scopre totalmente i canini.
-“Sei tu Runos? Oh…! E’ bello conoscerti di persona” le batte troppo forte il cuore, deve calmarsi. Runos pare avvedersi della cosa.
-“Scusami! E? da tanto che aspetti… mm… andiamo in qualche locale a scaldarci, dopo il tramonto la temperatura cala rapidamente…”.
Lei gli è grata per la proposta e accetta il braccio che le porge. Assieme si avviano verso un locale in angolo alla piazza.
-“Chi era quel tipo con te?” gli chiede curiosa.
-“E’ uno che lavora per me…”
-“Un maggiordomo?” fa lei scherzando.
Lui ride: -“Qualcosa del genere…”.
La serata procede veloce, Runos è molto espansivo e risponde volentieri alle molteplici domande che lei gli pone nella saletta appartata che lui ha prenotato. Runos ha insistito per offrirle la cena e non sembra badare a spese.
-“Così hai 251 anni?! Caspita! Te li porti bene! Considerando che non ne dimostri più di 25/30…”.
-“Uno dei vantaggi della mia situazione” le sorride.
-“E cosa fai per vivere? No! E? la domanda sbagliata” scoppia a ridere, lui si unisce a lei, avendo la cortesia di portarsi una mano alla bocca.
-“Intendevo… come ti mantieni?” ridacchia ancora sommessamente.
-“Faccio il chirurgo plastico!”.
Chantrea strabuzza gli occhi:-“Stai scherzando?!”.
-“No, non scherzo! Dico sul serio… Un particolare potere che possiedo mi consente di plasmare la carne… ne ho approfittato. Sono il migliore in quello che faccio, ma come lo faccio è un po’ complicato da spiegare, ci vuole molta organizzazione” risponde lui divertito.
Chantrea è affascinata, Runos è un essere legato alla terra, molto interessante: non invecchia, è virtualmente immortale, può comunicare con un ampia varietà di animali, può leggere l’aura e in alcuni casi i pensieri di chi lo circonda, è in grado di cambiare il suo aspetto e quello degli altri, non è costretto ad uccidere le sue fonti di nutrimento.
Chantrea e Runos passeggiano assieme per le strade di San Marino, ormai è notte inoltrata.
-“Cos’è per te essere un Vampiro? Torneresti indietro?” è la domanda fondamentale, lei aspettava di fargliela da tanto tempo. E’ felice si sia presentata l’occasione.
-“Se tornerei indietro?! Mai e poi mai… Essere un Vampiro è la libertà assoluta, da tutte le regole mortali e morali… Io posso fare ciò che mi aggrada nella società mortale, sono al di sopra delle leggi dell’uomo. Il limite… è la mia coscienza” Runos ha parlato in modo molto serio.
-“E’ stata molto dolorosa? La trasformazione intendo…”.
-“Quante domande!” fa lui divertito.
-“Come sei curiosa… All’inizio no, anzi è stato molto piacevole. Quando la mia madre-di-tenebra mi ha abbracciato dandomi il suo bacio oscuro, ho provato l’orgasmo mortale più intenso della mia vita”.
Runos si accorge di un velo di scetticismo sul volto di Chantrea.
-“No, dico sul serio! Prendi l’orgasmo migliore della tua vita e moltiplicalo per 100, e capirai cosa si prova quando si riceve il bacio. Alcuni mortali ne diventano dipendenti, un po’ come gli eroinomani. Comunque…! Moltiplicalo per 1000, e avrai solo una vaghissima idea di ciò che proviamo noi Vampiri nel darlo”. Chantrea sente che non gli sta mentendo.
-“Ma poi sì che è stato doloroso, il mio corpo ha cominciato a morire e ci ha tenuto un’intera notte. Ma era un dolore diverso… le nostre sensazioni sono più fini, ma ci consentono anche di sentire in modo più distaccato”.
Chantrea si ferma sotto la luce di un lampione e si volta a fronteggiare Runos.
-“Il tuo mondo mi affascina Runos! Se non fossi uno spirito libero, verrei via con te… ma non voglio sentirmi troppo legata”.
Runos la osserva, il suo viso è serio e tirato, lei vorrebbe vedergli gli occhi dietro le lenti degli occhialetti, per leggergli l’anima.
-“non potrei mai renderti schiava… saresti mia… figlia…”.
Chantrea sta tremando, vorrebbe sentirsi più padrona di se. Sa che può fare solo una cosa ormai: scegliere… dopotutto non è sempre stato quello il motivo per cui lo aveva invitato…? Non era stato sempre per un motivo che sotto-sotto aveva frequentato il forum di Bourbon Street…?
Chantrea sceglie.
Solleva lentamente le braccia, portando le mani al viso di lui.
-“Runos Redflame…”. Gli sfila delicatamente gli occhiali e per la prima volta gli vede gli occhi: due rosse fiammelle danzano per qualche attimo nel fondo delle sue pupille poi si affievoliscono, mostrando il colore azzurro-grigio dell’iride.
-“Rossafiamma… sarei degna di essere tua figlia-di-tenebra?”.
Runos la guarda dritta negli occhi e lei vi legge una profonda solitudine, appena mitigata da una gran curiosità.
-“Io ti offro il mio sangue puro ed immacolato… non ho mai avuto figli… sarai la prima, l’unica…”.
Chantrea si guarda attorno, ma nella semioscurità non riesce a percepire che i nebbiosi contorni dei mobili. Lui l’ha guidata da una stanza all’altra senza problemi, vede sicuramente meglio di lei.
Ha percepito la presenza di altre persone nella casa, i servitori di lui, due… forse tre, ma che sono rimasti discretamente lontani.
L’ha fatta gentilmente sedere su di un comodissimo sofà, ma un velo di agitazione glielo fa appena intuire. Lo sente armeggiare con qualcosa… improvvisa una fiamma favilla nel buio prendendola di sorpresa e facendola sussultare: un cerino, avrebbe dovuto capirlo. Il viso di Runos è così bianco alla luce della candela che sta accendendo…
La stanza, ora illuminata da due candelabri, appare riccamente arredata in stile classico: un tavolino in cristallo, sorretto da una statua di marmo bianco raffigurante due cherubini, sta al centro su di un tappeto persiano ampio e pregiato, i cui disegni la ipnotizzano; ai lati dello squisito tavolino si trovano, uno di fronte all’altro, due raffinati sofà di pelle nera, su uno dei quali lui la fatta accomodare. Altri mobili di legno antico, sono sparsi con gusto a completare l’arredamento di quell’ampio salotto, ma l’attenzione di Chantrea è attratta da una grande specchiera barocca sul fondo della stanza: n’osserva le fini decorazioni in legno scuro, che disegnano mazzi di rose nella sua cornice scura. Gli specchi grandi l’hanno sempre messa a disagio, quello non fa differenza, per quanto n’apprezzi la bellezza.
-“Abiti qui?” chiede mentre lui sistema i candelabri.
-“No! È una delle case che uso saltuariamente, con i miei collaboratori. Da oggi in poi sarà a tua disposizione…”
A Chantrea viene quasi un colpo: -“come?! Questa villetta?! Tutta per me?”
-“Si, cosa pensavi? Di poter tornare a casa come se nulla fosse?” il tono le fa capire che non vuole essere offensivo, è conscio, lei sa già che quella notte la sua vita cambierà per sempre, probabilmente non rivedrà mai più i suoi famigliari.
-“Si… capisco…” un velo di tristezza la riempie.
Runos si avvicina, s’inginocchia innanzi a lei e le prende le mani.
-“Chan… non sei obbligata, puoi ancora tirarti indietro, prenderti il tempo per sistemare le cose, quelle che si possono sistemare…”.
Vede preoccupazione nei suoi occhi, e nella sua anima amore per lei, per la figlia che sta per diventare.
-“Oh! Il mio padre dagli occhi di fiamma… sono pronta! Voglio essere tua figlia. Cosa potrei risolvere con qualche giorno? O qualche mese? Non posso certo dire a mia madre: non mi vedrai più, perché diventerò una vampira… No! Sarai tu d’ora in poi a mia famiglia”.
Fierezza negli occhi di Runos.
-“E sia… ti amo Chantrea! Sei una magnifica ed affascinante strega mortale. Da vampira non potrai che essere ancora più stupenda e conturbante… la mia oscura ed ammaliatrice figlia-di-tenebra”.
Runos solleva una mano e delicatamente le carezza una guancia e sale a scostarle un ciuffo di capelli. Chantrea gradisce quel gesto e un brivido le percorre la pelle, al pensiero della situazione preda-predatore nella quale si trova, una sensazione piacevolmente eccitante. Si ritrova a baciarlo, senza accorgersene, senza rifletterci… dopotutto… che male c’è?
Scosta le sue labbra dalle sue, rossa in viso per l’emozione. Lui le sorride amorevolmente.
-“Non posso darti l’abbraccio così, devi spogliarti e lasciare le tue vesti da parte…”
Lei lo guarda divertita ed un po’ imbarazzata al pensiero di star nuda davanti a lui.
-“Perché devo spogliarmi nuda?”
-“Non pensar male, è una mera questione pratica… dopo l’abbraccio il tuo corpo morirà e rilascerà tutte quelle sostanze che non gli sono più utili. Avrai anche l’ultimo mestruo della tua vita. Quelli che indossi sono gli unici abiti femminili della casa, potresti averne bisogno domani”.
Chantrea trova sensata la cosa.
-“Ti ho preparato una mantella di seta, se vuoi coprirti… Ti assicuro che dopo stasera non avrai più gli stessi intralci di pudicizia, ti sarà chiara la particolare sessualità di noi vampiri, e star nuda innanzi a me o a chiunque altro, non ti creerà nessun problema”.
Chantrea si spoglia, resta titubante… poi si decide, toglie il reggiseno e le mutandine. Si sente coraggiosa e ardita, ma è anche grata che lui, educatamente, le dia di spalle guardando fuori dalla finestra. Afferra la mantella e la indossa, beandosi della freschezza dell’abbraccio che gli dona la seta sulla pelle… brividi di piacere.
Chantrea guarda nella grande specchiera mentre sta per fissare i lacci della mantella attorno al collo, ma si ferma: osserva se stessa. Si osserva divertita e maliziosa: -“chi se ne frega!” mormora sorridente. Si sfila la mantella restando nuda, vestita solo del suo amato pentacolo…
-“Sono pronta padre!” sorride.
Runos si volta e resta stupito da quanto è ardita la sua figlioletta, poi vede il pentacolo.
-“Il pentacolo! Devi togliere anche quello”.
-“Perché? La catenina ti può infastidire mentre mi mordi?” chiede innocentemente.
Lui le sorride, un sorriso cordiale illuminato dalle candele, mentre la osserva. Chantrea comincia a pensare di esser stata troppo azzardata e prova una punta d’imbarazzo nell’esser nuda. Lui se n’avvede e si affretta a risponderle.
-“Il vero problema Chantrea è che… è un simbolo sacro, almeno per te… lascia che ti spieghi: il pentacolo, come la croce o qualsiasi altro simbolo, non può farmi alcun male, ma i mortali tendono inconsciamente ad incanalarvi le proprie energie mentali. Questo li rende, in alcuni casi, capaci di respingere i membri della mia specie. Se tu, durante l’abbraccio dovessi aver paura, potresti, senza volerlo, allontanarmi e mettermi nell’impossibilità di non farti morire dissanguata. La cosa diventerebbe… spiacevole” il suo volto è rattristato.
-“Capisco, anche se mi spiace toglierlo…”.
-“Lo so! Percepisco il potere che vi si accumula grazie a te… non ti preoccupare, lo indosserai dopo la trasformazione”.
Chantrea si sfila delicatamente il prezioso amuleto e lo posa sul cristallo lucido del tavolino… ora è completamente nuda.
Runos si scosta dalla finestra alla quale dava le spalle, si porta presso il sofà, sedendosi a gambe larghe.
-“Vieni mio tesoro… siediti tra le mie gambe e poggia la tua esile schiena contro il mio petto… non ti resta che rilassarti”.
-“E’ fatta!” pensa Chantrea. –“Ecco che lascio per sempre la mia mortalità…”.
Si siede come le ha indicato lui, sente il suo petto contro la schiena ed è agitatissima, a dispetto di quanto vorrebbe rilassarsi. Dopotutto non le capita esattamente tutti i giorni di sedersi tra le gambe di un uomo (un affascinante vampiro) tutta nuda.
-“Ascoltami Chantrea… osserva la luce di quella candela” solleva una mano puntando il dito ad indicargliela. –“Concentrati su di essa e rilassati…” la sua voce è suadente, premurosa ed ipnotica. Chantrea si rilassa completamente tra le sue braccia, sente la piacevole morbidezza delle sue labbra sfiorargli quella superficie della pelle appena sotto l’orecchio, trasmettendole un brivido mentre la bacia leggero. Le mani di lui sono delicatamente poggiate sui fianchi di lei, le sue dita premono leggere e ritmiche, producendo un massaggio delicato, ma che accompagnato ai suoi baci la stanno eccitando. Chantrea sente tendersi la pelle dei suoi seni.
I baci di Runos si fanno più intensi e calano più in basso, lungo il suo collo. La mordicchia, come farebbe un mortale, ma lei percepisce i suoi canini che le trasmettono una scossa a tutto il corpo… ora è davvero eccitata. Per la Dea! Vorrebbe sentire le mani di lui sui suoi seni.
Il morso arriva improvviso, profondo, squassante… come l’orgasmo che ne segue, mentale e fisico (è lei che sta urlando?).
Chantrea comincia a vagare in un’overdose di piacere sensoriale… sta volando nei cieli più alti ed infiniti che siano consentiti ai comuni mortali… il tempo non esiste più.
Torna, poco a poco, alla coscienza di se, seppur il piacere continui ad inondarla a pause regolari, ritmiche come lo sciabordio delle onde di un mare meraviglioso ed infinito, gli intervalli tra un risucchio e l’altro che Runos compie dal suo collo.
Non ricorda quando lo ha fatto, ha preso le mani di lui e se le è strette ai seni… non importa, è troppo stanca per importarle. Lentamente un velo grigio le si stende innanzi agli occhi. Ha una gran sete… La luce della candela si fa sempre più fioca… d’improvviso invece si fa nuova, lucente… anzi, diviene sempre più splendente. Non solo la candela, ma tutto sta diventando più intenso come fosse animato di luce propria: la fiamma sta danzando per lei, il cristallo emana riflessi impossibili in un arcobaleno nuovo, i cherubini sembrano sorriderle.
Un miele, un’ambrosia dolce, un orgasmo liquido le sta inondando la bocca colmandola di sensazioni nuove. Chantrea si rende conto che sta bevendo, sta succhiando dal polso di Runos… ed è avida e famelica di ciò che n’esce. Sta bevendo il sangue che lui le a preso e che ora le restituisce mescolato al suo, e non prova nessun ribrezzo, tutt’altro, è il Sacro Graal, è la fonte degli Dei. Vede posti… volti… e cose collegate a Runos, anche se non sa come possa saperlo.
-“Basta Chantrea…! O mi ucciderai…!” la sua voce è affaticata, è stato provato dallo stesso piacere di lei?
-“E’ tutto finito per ora…” le dice mentre scosta il braccio dalla sua bocca. Lei lo rilascia malvolentieri.
-“Ma lo riproverai per l’eternità… e non ti verrà mai a noia, te lo assicuro”.
Chantrea annuisce un poco intontita, mentre si passa la lingua sulle labbra per prelevarne le ultime gocce di sangue. Fatica a mantenere la concentrazione, un mondo nuovo la circonda e tutto gioca a distrarla.
-Ora ti porterò in giardino, ove ti libererai pian piano di tutto il superfluo. Sarà doloroso, ma ti starò accanto, e ti darò ancora un po’ del mio sangue per alleviarlo… Verso l’alba ti porterò dentro e ti laverò. Guarda! Il tuo corpo sta già cambiando, segno che tutto è stato fatto come doveva ed il mio sangue potente è attecchito in te. Vai allo specchio…”.
Chantrea si alza ed incuriosita si porta allo specchio, ove resta stupita dei cambiamenti che già ha subito il suo corpo: i suoi fianchi sono più modellati, il suo ventre è più piatto, i suoi seni più pieni e alti, il suo viso più perfetto. È bellissima… lei, piccolo elfo che si rimira allo specchio.
Lui aveva ragione, non è più un problema la sua nudità, nessun rimorso o vergogna mortali la toccano più.
Runos le poggia amorevolmente la mantella sulle spalle, lei resta stupita di quanto più intense e diverse siano le sensazioni che le trasmette ora la seta.
-“Dove dormiremo, padre?”.
-“Nella villetta c’è una panic room, una stanza blindata indipendente dal resto della casa, apribile e chiudibile solo dall’interno. Ne ho una in ogni casa”. Chantrea si domanda quante case possieda il suo amico e padre…
-“Andiamo, tra poco comincerai a morire… Benvenuta nella notte, Chantrea Leaena Redflame! Principessa delle tenebre…
FINE
1 commento:
Questo post nuoce gravemente alla salute: istiga la gente a fumarsi una sigaretta dopo averlo letto! ;-b
Jue
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